"Una ragazza che legge sa che il fallimento conduce sempre al culmine,
che tutto è destinato a finire ma che tu puoi sempre scrivere un seguito;
che puoi iniziare ancora e ancora ed essere nuovamente l’eroe.
Una ragazza che legge comprende che le persone, come i caratteri, si evolvono.
Eccetto che nella serie di Twilight.
Se trovi una ragazza che legge, tienitela stretta:lei parla come se i personaggi del libro fossero reali perché, per un po’, lo sono sempre."
Rosemarie Urquico.

mercoledì 27 giugno 2012

Rebirth Dawn Capitolo XXX



XXX
 - Sangue e cenere -


Il sole in cielo si nascondeva dietro strati robusti di nuvole grigie.
Spegneva la sua luce in silenzio, lasciando che fosse il mio respiro a riempire l’aria vuota che avevo intorno.
I Cullen, stretti e compatti come una barriera impenetrabile attorno a me, non facevano scorrere ossigeno nei loro polmoni asciutti e non battevano nemmeno le palpebre.
Immobili, come blocchi di marmo, attendevano.
Era inutile che si fingessero umani di fronte a me e a coloro che cercavamo di scorgere tra gli alberi del bosco fino a consumarci gli occhi.
Alice aveva previsto il loro arrivo nella stessa radura in cui era avvenuto lo scontro con l’esercito di neonati di Victoria. Aro, nella sua visione, aveva battuto le mani con entusiasmo, trovando l’idea semplicemente adorabile.
Io, invece, la reputavo soltanto una macabra beffa.
Che fosse una casa, una foresta o un lago a fare da palcoscenico a quello scontro non faceva differenza per me.
Era pur sempre la morte quella che mi stava venendo incontro e, preparata o meno che fossi, sarebbe sopraggiunta inarrestabile.
A nessun umano era concesso vivere, custodendo tra le mani un segreto di quella portata; non secondo la millenaria legge dei Volturi.
Ed io, di certo, non ero l’eccezione, per quanto fossi oggetto di curiose attenzioni da parte di Aro.
Quelle non mi avrebbero salvata.
Passai la lingua sulle labbra secche e mi aggrappai alla mano di Edward, che avevo cercato sovrappensiero.
Continuavo a vedere davanti al naso il bacio che avevo dato ai miei figli prima di deporli tra le braccia di Emily ed Ellie.
Il distacco mi aveva devastato: il morso di James, a confronto, era sembrato una puntura di zanzara.
Inspirai piano, quasi timorosa di richiamare l’attenzione dei Volturi e invogliarli ad affrettarsi.
Da qualche parte, non troppo lontano, anche il mio sole si nascondeva.
Se fosse rimasto nelle vicinanze, il suo battito vigoroso avrebbe disfatto l’effetto sorpresa su cui si basava l’intero piano.
Nulla doveva andare storto.
Un solo passo falso e nessuno sarebbe sopravvissuto per raccontare ai miei bambini il modo in cui i loro genitori erano stati crudelmente uccisi.
Girai gli occhi e cercai quelli di Alice, attenti e vigili. Non potevamo basarci sulle sue visioni: dopo l’entrata in scena dei lupi un sipario bianco calava sulla scena e il finale rimaneva incerto.
Lei mi sorrise con dolcezza e per un solo istante mi domandai se aveva individuato un modo migliore per contrastare l’avanzata di Aro, Caius, Marcus e della loro guardia.
Un dettaglio che a noi era sfuggito o un’escamotage a cui non aveva voluto dare corpo perchè sapeva che qualcuno si sarebbe opposto.
Qualcuno come Jacob. Qualcuno come Edward. Qualcuno come Ellie ed ogni singolo membro del branco.
In realtà era un’opzione a cui avevo pensato anche io, ma la me stessa determinata, la me stessa madre, si era rifiutata caparbiamente.
Dopo tanto scompiglio, tornare indietro –anche solo per salvare coloro a cui tenevo- era impensabile.
Avevo compiuto una scelta ed era tempo che me ne addossassi ogni conseguenza, qualunque essa fosse stata.
Eppure, in quei minuti d’attesa spasmodica, il pensiero tornò a solleticarmi allettante.
Potevo salvarli, salvarli tutti, lasciandomi mordere.
Aro sarebbe sopraggiunto e avrebbe assistito in diretta alla mia trasformazione, rimanendone compiaciuto.
Ma, conoscendoli, non avrei trovato nemmeno un Cullen disposto a rendermi immortale.
Adesso meno che mai.
Dunque dovevo frenare quei sotterfugi inutili, seppellire sotto la suola delle scarpe l’angoscia e tenere il mento sollevato.
Sarebbe andato tutto bene.
Quella stessa sera sarei tornata alla riserva, avrei corso fino a farmi collassare i polmoni per raggiungere in fretta la porta di casa Uley e avrei stretto a me i miei bambini, tenendo Jake per mano.
< Arrivano. > sussurrò Alice e la sua famiglia si serrò tutt’attorno alla mia figura.
< Andrà bene, Bella. Non tremare. > mormorò Edward con un tono rassicurante,accarezzandomi il dorso della mano col pollice.
Annuii e mi alzai sulle punte per vedere oltre le spalle di Emmett.
Dapprima non scorsi nulla.
Al confine che separava la radura spoglia dal folto della foresta non v’era alcun cambiamento.
Alberi, cespugli ed erbacce erano immobili, quasi in attesa.
Poi mi accorsi che gli uccellini avevano smesso di cinguettare e che eravamo piombati in un silenzio rotto solo dai singhiozzi del mio cuore.
Infine, mi parve che le ombre sul terreno umido si muovessero.
Sembravano fatte di petrolio in ebollizione e cercavano di staccarsi goffamente dal suolo.
Probabilmente era solo una mia allucinazione, perchè dopo aver strofinato gli occhi con i pugni chiusi, riuscii finalmente ad individuare una decina di mantelli neri fruscianti che si avvicinavano.
Marciavano compatti, come un unico essere, e pareva che nemmeno sfiorassero il prato.
Sospesi a qualche centimetro da terra, sembravano più invincibili che mai.
Dietro di loro l'aria crepitava di malvagità e potere millenario.
Deglutii forte ed Edward mi accarezzò la schiena con fare tranquillizzante.
Quando si fermarono, a circa tre metri da noi, riuscii a distinguere le diverse tonalità di quelle tuniche che mi erano sembrate tutte identiche tra loro.
Aro, Caius, Marcus e Chelsea –un paio di passi più indietro- indossavano un nero pece che avrebbe fatto sembrare spento anche il cielo notturno. Gli altri, a seconda del grado d’importanza e delle abilità di cui erano in possesso, andavano schiarendosi fino ad un grigio fumo.
Gli anziani alzarono il viso all’unisono ed i loro occhi vermigli mi fecero arretrare.
Sembravano esser stati tirati fuori a forza, con unghie appuntite, dai miei incubi peggiori e avevano la sfumatura scarlatta del sangue di tutte le vittime che avevano mietuto nel corso dei secoli.
Carlisle si fece avanti, a mani tese, e Aro lo imitò, con un sorriso inquietante sul viso.
< Amico mio, è sempre un piacere vederti. >
Il più anziano dei Volturi indossava una facciata amichevole e aperta; peccato che nessuno se la bevesse.
Rosalie soffiò inviperita ed Emmett le prese un polso per calmarla.
Io continuavo a macerarmi nell'ansia e facevo correre ansiosa gli occhi sulla guardia alle spalle di Aro, immobile e serafica.
E quella loro espressione angelica mi terrorizzava.
Con i canini scoperti dal ghigno beffardo e gli occhi rossi, sembravano più inquietanti che mai,
più di quando li avevo visti la prima volta a Volterra dopo aver salvato Edward.
< Il piacere è reciproco, ma la tua famiglia mi sembra agguerrita. C'è forse qualcosa di cui dovremmo preoccuparci? >
Aro soppesò la muraglia di vampiri che mi proteggeva dalla sua ispezione e poi allargò le braccia, declamando a gran voce.
< Ci aspettavamo un'accoglienza diversa. Siamo qui per un breve saluto, di ritorno da una missione, e pensavamo di poter scambiare quattro chiacchiere in pace. >
La sua voce era indefinibile: a metà tra lo stridore di una forchetta di metallo su un piatto di ceramica e la melodia dolce di un'arpa.
< Edward, figlio diletto del mio caro amico, dov'è la tua deliziosa sposa? Fremo dalla voglia di salutarla. >
Un brivido serpeggiò lungo la mia colonna vertebrale e lui, alla mia sinistra, l'avvertì.
< Dobbiamo avvicinarci, Bella. Sii forte. > mormorò al mio orecchio, cosicchè soltanto io potessi udirlo.
Annuii ed Alice e Jasper si fecero da parte, mostrandomi ad Aro, che si sfregò le mani con soddisfazione.
Imposi alle mie gambe di camminare e alla mia postura di mantenersi altera e fiera.
- Non mostrarti debole, non fargli vedere la tua paura se vuoi rivedere i tuoi bambini. - continuavo a ripetermi senza tregua nella testa, sapendo bene di essere schermata a chiunque.
Raggiungemmo Carlisle più in fretta di quanto avessi voluto.
Tra un passo e l'altro mi ero scordata di richiamare alla mente i motivi per cui avrei dovuto restare in vita e tutti i volti delle persone che a casa mi aspettavano trepidanti.
< Isabella, sei splendida... > il capo dei Volturi allungò le mani verso di me ed io acconsentii a farmi toccare, stringendo i denti per il fastidio provocatomi dalla sua temperatura corporea.
I secoli sembravano avergli succhiato dalle vene qualunque tepore che, al contrario, pareva che i Cullen avessero conservato almeno in parte.
Edward, in confronto ad Aro, era quasi caldo.
Mi chiesi cosa fosse a fare la differenza, ma non ebbi modo di rispondermi.
< ...ancora muta. E UMANA. > aggiunse, dopo aver chiuso gli occhi e gustato fino in fondo il silenzio trasmessogli dalle mie dita sudate.
Sorrisi in modo forzato e chinai appena il capo in un minuscolo cenno d'assenso.
Caius ringhiò e la maggior parte dei membri della guardia dei Volturi lo imitò.
Solo Marcus non aprì bocca, mantenendo uno sguardo distaccato e persino un poco annoiato.
< Sono desolata per il dispiacere che sto per darti, Aro, ma c'è stato un cambiamento di programma... > sentenziai enigmatica, catturandomi la sua completa attenzione.
Zittì con un'alzata della mano il vociare alle sue spalle e m'incoraggiò a proseguire.
Pendeva dalle mie labbra e per un secondo fui galvanizzata dalla sensazione di potere che mi pervase.
Funzionava, funzionava davvero.
Il piano seguiva esattamente la direzione che avevamo sperato.
Quasi mi lasciai scappare un sospiro sollevato.
Edward, al mio fianco, serrò le dita nella mia mano.
< Io non ho più intenzione di farmi trasformare. Voglio rimanere umana, così come sono adesso. Ho capito di aver preso la decisione sbagliata a suo tempo e ora, a causa della mia avventatezza, tutti i presenti ne fanno le spese. Mi rammarico di questo, ma il mio posto è altrove. Con Jacob. > pronunciai il suo nome con orgoglio e così tanto amore, che persino Aro battè le palpebre sorpreso.
Per un istante, mi parve umano.
Il peso delle mie parole gravò su ogni vampiro come un mantello di fibre di piombo.
Il sasso era stato lanciato: ora bisognava soltanto attendere e vedere se il predatore abboccava all'amo, lasciandosi distrarre il tempo necessario che serviva a noi per tendergli una trappola, oppure la nostra esca sarebbe risultata vana e non ci avrebbe salvato.
Spostai il peso da un piede all'altro e inspirai con forza, pregando come mai avevo fatto in vita mia.
Infine, Aro crucciò il viso in un'espressione quasi mortificata e accennò con la testa ad Edward.
< Mio giovane amico, posso chiederti di vedere gli eventi che Isabella ci ha riassunto? Lei non potrebbe mostrarmeli e sono infinitamente curioso. Ti chiedo sin da ora di perdonare questa mia intromissione nei tuoi ricordi personali, ma ho bisogno di capire per poter prendere una decisione... >
Allungò la mano scheletrica verso il braccio di Edward e attese di conoscere le nostre intenzioni.
Il mio vampiro mi gettò un'occhiata intensa ed io capii che era giunto il momento di compiere la mossa decisiva verso la salvezza o la morte.
Quale che fosse stato l'esito, non si tornava indietro.
Ed il tempo per i ripensamenti, i sotterfugi e le menzogne si era esaurito già da un po'.
Rimaneva solo quello per agire e reclamare a gran voce il diritto di vivere.
Di vivere liberi, fuori dalle leggi dei Volturi.
Rilasciai l'aria che avevo incanalato nei polmoni e ficcai le mani in tasca, nell'attimo esatto in cui Aro sfiorava il braccio di Edward e nella sua mente si riversavano tutti i momenti che avevano preceduto quel fatidico giorno.
Mi sembrava quasi di vederlo, tra gli invitati del mio matrimonio rovinato, osservare compiaciuto la mia fuga, il successivo dolore di Edward ed i suoi disperati tentativi di parlarmi e trovare una spiegazione laddove non c'era. Me lo immaginai accanto ad Edward quando vide il mio viso sorridente a Jacksonville con Ellie, quando fuggì per leccarsi le ferite fresche e mal ricucite a Denali e infine durante il nostro addio tra gli alberi.
Poi, prima che riuscisse a raggiungere anche i preparativi allo scontro, Edward gridò ed io afferrai l'ago che mi ero portata dietro e, con più attenzione e allo stesso tempo determinazione di quella che aveva mosso i miei gesti nella battaglia contro Victoria, mi punsi un dito.
Un piccola goccia di sangue scivolò sul mio polpastrello e io premetti la pelle, affinchè ne sgorgasse ancor di più.
Solo una lacrima cremisi non sarebbe stata sufficiente a distrarli.
Dieci cuori forti e scalpitanti non passavano facilmente inosservati a chi bramava il liquido ferroso, rosso e caldo che quell'organo mandava in circolo nei loro corpi.
Io avevo un unico compito in quel conflitto: essere il sassolino che catturava su di sé l'attenzione.
Sperai di riuscire a interpretare la mia parte fino in fondo, senza che il magnete-attira-disgrazie, da cui non mi illudevo di essermi separata, entrasse nuovamente in funzione.
Aro girò il collo di scatto verso di me con i canini allungati che gli premevano sul labbro inferiore e l'intera guardia, dietro di lui, lo imitò ruggendo.
Prima ancora che un solo ordine fosse lanciato, Carlisle mi sollevò fra le braccia e mi riportò dietro Emmett e Jasper, al riparo.
Poi, con urla disumane di rabbia, Alec e Jane aprirono le danze, sfogandosi con attacchi mirati ad aprire un varco tra me e loro, senza tuttavia muovere un passo nella mia direzione: non ne avevano alcun bisogno.
Rosalie cadde a terra, contorcendosi dal dolore.
Aveva le dita bianche contratte, gli occhi sbarrati, l'addome compresso come se dovesse pararsi da numerosi calci, e mugolava.
Emmett si trattenne dal soccorrerla per non lasciarmi indifesa.
Esme, alla mia sinistra, muoveva le mani a tentoni ed i suoi occhi mi passavano attraverso, come se non riuscisse a vedermi.
Aveva perso la percezione dell'intero ambiente che la circondava e Alice fece la sua stessa fine solo un secondo più tardi.
I gemelli Volturi, unendo i loro poteri, stavano indebolendo le nostre difese e quando anche Chelsea e Renata fossero entrate in azione, saremmo stati spacciati.
Arretrai, temendo l'attacco feroce di Felix o di un altro qualunque membro della guardia, ma con sollievo udii un coro di ululati levarsi dal bosco alle spalle dei Volturi.
Grattando il terreno umido con i loro artigli, il branco si materializzò tra i nemici, mordendo e sbranando senza pietà.
Mi lasciai scappare un sorriso di trionfo: nessuno li aveva sentiti arrivare, poiché troppo inebriati dall'odore del mio sangue.
Non avrei sperato di far perdere così facilmente il controllo a dei vampiri millenari, ma tanto meglio per noi.
Individuai subito il pelo rossiccio di Jake nella mischia e lo vidi staccare con un solo morso la testa di Renata.
Al suo fianco comparve Jasper che appiccò il fuoco velocemente, senza dare a nessuno il tempo di reagire e salvare lo scudo protettivo di Aro.
Alla loro destra, Seth era alle prese con Demetri, che sfuggiva alle sue zanne e cercava di afferrarlo da dietro per stritolarlo.
Con un poderoso ululato, Leah gli si affiancò e insieme strapparono a metà il corpo del miglior segugio del mondo.
Carlisle, Emmett e Edward si occuparono di Chelsea, la quale non era certo in grado di spezzare il loro legame, e un battito di ciglia più tardi un terzo falò illuminò la radura scura.
Mi concessi un muto grido di esultanza e arretrai ancora, cercando e sperando di rendermi invisibile.
Ero esposta e sguarnita di protezione, con ancora il dito sanguinante stretto nell'altra mano e non avrei potuto essere un bersaglio più facile di così.
Strizzai gli occhi e individuai il pelo nero di Sam un po' discostato dal gruppo.
Il lupo Alfa mi era di spalle e ringhiava ad un avversario che continuava a sfuggire con velocità alle sue zanne, senza tuttavia contrattaccare.
Con qualche difficoltà, identificai il suo nemico in Marcus e non mi stupii del suo voler evitare uno scontro.
Pareva annoiato persino da quella battaglia, in cui tutti i suoi alleati -definirli amici o famiglia non era decisamente appropriato- sarebbero potuti rimanere uccisi.
Mi chiesi cosa gli fosse mai capitato nella sua lunga esistenza da renderlo così apatico e indifferente persino alla morte stessa.
Caius, al contrario, si batteva ferocemente contro Jasper, Quil e Paul, che non riuscivano a fermare i suoi colpi e ne incassavano decine senza mai riuscire neppure a procurargli un graffio.
Uno sbuffo d'aria calda mi spostò di lato la coda in cui avevo legato i capelli e mi voltai con un sorriso sulle labbra.
Un lupo un po' più piccolo dei suoi fratelli, a causa della giovanissima età, strofinò il suo naso umido sul mio braccio ed io lo accarezzai tra le orecchie, contenta della sua presenza.
Era uno dei due ragazzi che, durante la battaglia contro i neonati di Victoria, era rimasto a guardia La Push ed ora, allo stesso modo, proteggeva me.
A detta di Jacob era ancora troppo mingherlino per sostenere uno scontro corpo a corpo contro un vampiro.
D'un tratto Collin alzò il muso e guaì, come se fosse ferito.
Prima che avessi il tempo di voltarmi, un ululato straziante mi colpì in pieno come un pugno nello stomaco.
Guardai il piccolo lupo brunito terrorizzata, cercando nei suoi occhi scuri la risposta alla mia muta domanda.
Ma lui fissava dritto davanti a sé e sbuffava impaziente, come se avesse voluto correre in soccorso del fratello e leccargli lui stesso le ferite.
Ma non poteva lasciarmi sola e disobbedire all'ordine alfa di Sam, così continuò a gemere piano, quasi non volesse farsi sentire.
Tremante di paura di assistere nuovamente al dolore lancinante del mio Jake, mi voltai lentamente e con cautela.
La battaglia imperversava ancora, poco più in là, e i roghi erano aumentati di numero, squarciando la notte che stava calando adagio.
Da tre che ne avevo contati prima di girarmi per salutare la mia personale guardia del corpo, adesso ne scorgevo sei. Tre vampiri in meno, di cui non m'importava nemmeno conoscere il nome né di cui avrei sentito la mancanza.
Avanzai guardinga, per riuscire a scrutare meglio la situazione, e dopo aver mosso solo un paio di passi mi arrestai inorridita, coprendomi la bocca con la mano insanguinata.
Dietro la minuta figura di Jane, che sorrideva sorniona con le braccia appoggiate sui fianchi, giaceva il corpo cenere di un lupo poco più grande di Collin.
Era steso su un fianco, aveva gli occhi castani spalancati e le fauci semiaperte.
< Brady. > sussurrai il suo nome e, come se avesse risposto al mio richiamo intervallato da singhiozzi, il licantropo si ritirò su se stesso con uno schiocco debole e riprese la sua forma umana per l'ultima volta.
Fu solo allora che un lupo ringhiò più forte degli altri e fece scattare rabbioso la mandibola sull'aria.
Jane lo invitò a farsi avanti con un dito ed Embry le si scagliò addosso furibondo, cercando di staccarle la testa.
Piansi senza vergogna, chiedendo mentalmente perdono al piccolo Fuller per l'ingloriosa fine che aveva subito a causa mia e della mia stupidità.
Collin mi si affiancò a capo chino e leccò via le mie lacrime, infondendomi un po' di coraggio per assistere alla scena madre che stava avvenendo nella radura.
Sulla destra erano rimasti Aro, attorniato da quasi tutti i Cullen che sputava parole velenose in direzione di Carlisle abbandonando ogni compostezza, e Marcus, che ancora sfuggiva lesto a Sam.
A sinistra, invece, erano schierati i lupi che cercavano di sopraffare Felix e i diabolici gemelli Volturi.
D'improvviso, Jake ruppe le fila con un balzo e Paul lo imitò.
Si frapposero ai lati di Alec e lo distrassero il tempo sufficiente affinchè Leah, comparsa dai meandri bui della foresta, riuscisse a staccargli un braccio con un cupo ma soddisfatto sbuffo.
Jane, allora, si voltò per controllare le condizioni in cui verteva il fratello e abbandonò la tortura mentale a cui aveva sottoposto Embry, che si alzò di scatto e chiuse le sua zanne affilate attorno al collo di porcellana della vampira.
Alec urlò di dolore, arrancando verso il corpo decapitato della sorella ed i lupi si concentrarono tutti attorno al cadavere del povero Brady, muovendolo col muso e guaendo sofferenti.
Mi avvicinai ancora al campo di battaglia, desiderosa di essere accanto al mio uomo per lenire il suo dolore, o perlomeno condividerlo, ma un qualcosa di gelido mi si serrò sulla gola, impedendomi di respirare.
Collin ringhiò in direzione del mio assalitore e tentò di liberarmi, menando zampate a caso, ma era tutto inutile.
Annaspai e raschiai con le unghie la sua pelle di diamante, facendo sgorgare altro sangue dalle mie dita già provate.
< Hai un odore delizioso. > sussurrò al mio orecchio, tirandomi i capelli indietro verso il suo petto.
Tossii e la vista mi si appannò, macchiandosi di puntini neri che ballavano davanti al mio naso.
< Ja...ke. > sputai fuori con dolore, guardandolo correre come un pazzo nella mia direzione.
Aveva una luce disperata negli occhi ed io gli sorrisi debolmente, per non mostrargli la mia paura di morire e lasciarlo solo con i nostri bambini.
Eppure, forse, era il giusto prezzo che dovevo pagare per la morte di Brady, che era da imputare solo alla sottoscritta.
Avvertii il freddo dei canini di Felix sul collo ed un attimo dopo ero ginocchioni a terra, libera e viva.
Mi portai le mani alla gola e tossii ancora, respirando a pieni polmoni.
L'aria satura di sangue e cenere non mi era mai sembrata così buona.
Rotolai per terra e cercai con uno sguardo disperato il vampiro più forte della guardia Volturi, sapendo già contro chi l'avrei visto lottare: Edward.
Soltanto lui avrebbe potuto salvarmi, dato che Jake era appena giunto al mio fianco e mugolava addolorato, strusciando il naso umido sul mio collo provato.
Ruggendo come un leone -non più pazzo e masochista, ma soltanto infuriato- colpiva ripetutamente Felix con ferocia, senza mai fermarsi.
Era inarrestabile e faticai a riconoscerlo.
< Ed..wa...rd... > lo chiamai con un filo di voce, protendendo una mano nella sua direzione.
Lui dovette udirmi, perchè si voltò una sola frazione di secondo.
Mi fissò con quei suoi occhi topazio che mi avevano affascinato sin dal primo giorno di scuola, quando l'avevo visto in mensa, e mi sorrise dolcemente.
Il suo sorriso sghembo, che non feci in tempo a ricambiare, fu l'ultima cosa che vidi di lui, prima che Felix gli sfondasse il cranio con un pugno, mandandolo in frantumi.

2 commenti:

Nalu ha detto...

O.....mio......Dio....... Non può essere! Edward!
Perchè piango come una cretina??!??!!?!?
Non me l'aspettavo....sul serio.
Comunque....il capitolo è buono. Forse la parte iniziale ha fatto un pò fatica ad ingranare, ma ti sei ripresa alla grande dallo sviluppo alla fine! descrizione dei Volturi bellissima (ognuno con una propria personalita, proprie azione, proprio modo di reagire,....). Molta tenerezza Collin e Brady (neolupi, povero brady...).
Ogni personaggio ricco di azione!
ma adesso.....non riesco a pensare ad altri che a Edward!
Sacrificatosi per salvare Bella. Innamorato di lei fino alla fine.
mi dispiace un casino, giuro.
E Jake....bello come sempre! :)
Comunque nel complesso mi è piaciuto il capitolo e tu, Ellie, sei sempre brava. Sempre. <3
Un bacio, Nalu

Anonimo ha detto...

Sono una cretina… ma una mega cretina e che questo capitolo l’ho letto talmente tante volte che ero convinta di averlo anche recensito. Ve bene cerchiamo di farci perdonare.
So quanto questo è stato difficile per te, io c’ero ad ogni passo ( e anche se pensi che non sei importante per me, sta stronzata poi come devo fare per fartela dimenticare) vedere nascere con te questo pezzo, riga dopo riga è una delle cose mi rende più orgogliosa.
Sono fortunata ad averti come amica e sono fortunata a vedere in anteprima tutti i tuoi progressi, e credimi ce ne sono e non pochi.
Se questo capitolo fosse nato mesi fa sarebbe stato pieno di metafore alcune belle utili , alcune che ci avrebbero distratto e invece questo capitolo è nato ora ed è una perfetta sintesi della tua crescita , così come è cresciuta la tua Bella sei cresciuta tu.
È un capitolo, forte ma allo stesso tempo equilibrato.
Inizia con le parole perfette: Jake il mio sole si nasconde. Jake il sole di Bella, perché così è, il solo permette la vita, il solo fa rinascere, bella è rinata e ora insieme a lui deve lottare per quella vita.
Ci butti in un vortice di tensioni, emozioni e dolore, gestito sapientemente fino alla fine.
La fine che non vorremo vedere ma inevitabile, il dramma vero.
La morte di Brady, un sacrifico, un innocente e poi lui quello che qua nelle tue pagine torna un po’ a essere il nostro vampiro. E proprio quando l’amore per lui, l’amore che la Myer ci ha fatto dimenticare e tu ci ha ridato, sta per tornare, ecco che ci viene strappato via.
Ed è l’Edward de primo libri quello che muore, l’Edward che un po’ tutte noi abbiamo amato e allora il cuore di Bella che si spezza lo sento, perché la sua vita è con Jake, ma Edward rimane il primo perfetto amore a cui deve dire addio in una tragedia.
È bello il capitolo, sei bella tu, è bella la storia e…
Basta non vorrei mai leggere la parola fine.
Ti amo e non per finta amica mia.

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