"Una ragazza che legge sa che il fallimento conduce sempre al culmine,
che tutto è destinato a finire ma che tu puoi sempre scrivere un seguito;
che puoi iniziare ancora e ancora ed essere nuovamente l’eroe.
Una ragazza che legge comprende che le persone, come i caratteri, si evolvono.
Eccetto che nella serie di Twilight.
Se trovi una ragazza che legge, tienitela stretta:lei parla come se i personaggi del libro fossero reali perché, per un po’, lo sono sempre."
Rosemarie Urquico.

giovedì 12 luglio 2012

Rebirth Dawn Capitolo XXI

XXI
-  Baccalà innamorato -
< Seth... > singhiozzai.
Lui si aprì in un sorriso radioso.
< Ciao, Bella. >
Quel sorriso era come un colpo di spranga sulla schiena.
Dio, era lo stesso che aveva Jacob quando non aveva ancora scoperto di essere un licantropo.
Era il sorriso che indossava mentre smontava le moto; mentre mordicchiava nervoso una matita su un esercizio particolarmente complesso di matematica e poi mi chiedeva aiuto con uno sguardo da cucciolo bastonato; mentre mi porgeva una scatola di cioccolatini a San Valentino e mentre camminavamo sul litorale di First Beach, stretti in cappotti ingombranti e pesanti, per ripararci dal freddo.
Mandai giù una manciata di ricordi, taglienti e spigolosi come pietre scheggiate che mi fecero sanguinare la gola, e tornai a puntare gli occhi su Seth.
Era cresciuto ancora?
Era una decina di mesi che non lo vedevo, se non in qualche sporadica foto inviata come allegato per e-mail, e lo ricordavo più mingherlino e minuto.
Mi si avvicinò con un'espressione eccitata e tersa, come il cielo di Jacksonville ad Agosto, e mi abbracciò in modo rude ma caloroso.
L'odore della sua pelle e dei vestiti puliti mi sfiorò l'olfatto. Sapeva di lupo, di bosco, delle torte di mele di Sue...
Sapeva di casa, per me.
< Li ho visti, Bella! > esclamò staccandosi di colpo da me. Quasi saltellava sul posto per l'euforia. < Sono...sono così...così... > si interruppe, cercando il termine adatto, gesticolando con le mani < ...piccoli! > sbottò alla fine, strofinandosi il naso < E teneri! E ti somigliano tantissimo! Hanno i tuoi occhi! >
Scossi la testa e corrugai la fronte.
< Credo tu abbia adocchiato quelli sbagliati, Seth, se dici così. >
Mi fissò senza capire e poi si guardò intorno, cercando uno sgabello su cui accomodarsi.
< Non hanno i miei occhi. Hanno quelli del padre. > bisbigliai, ingoiando il senso di quelle parole come fosse un pugno di sabbia.
Sanguinai ancora, senza che lui se ne accorgesse.
La sua sola presenza mi feriva e faceva sperare al contempo.
Seth chinò il capo e si torturò il pollice della mano destra, cercando di strapparsi delle pellicine invisibili.
< Non... non avevo il coraggio di... > si schiarì la voce e tornò a fissarmi.
Sembrava indeciso se sgridarmi oppure coccolarmi.
< Per quanto radiosa tu possa essere, Bella, fattelo dire: hai un aspetto tremendo! > mi sorrise, tentando di fare una battuta che alleggerisse l'atmosfera densa di tristezza che aleggiava tra noi.
Era fatta di particelle di frasi non dette, segreti celati per troppo tempo e abbracci mancati.
Avevo davanti agli occhi un rapporto rarefatto e stavo cercando disperatamente di acciuffarlo prima che si sfaldasse definitivamente.
Non ero mai stata brava, però, in questo.
< Hai mai partorito, Seth? > gli domandai, sforzandomi di non pensare che Jake, se fosse stato seduto al posto suo, avrebbe fatto più o meno lo stesso commento sarcastico.
Scoppiò a ridere.
< No, in effetti no. E per essere una che ha fatto uscire un qualcosa -anzi due- grosso come un cocomero da un buco grande come un limone, direi che sei un fiore! >
Alzai un sopracciglio e lo fulminai con gli occhi.
< Seth, l'influenza di quell'idiota di Paul non ti giova affatto. Con me non c'è bisogno che fai "il duro". > sorrisi e gonfiai le guance, imitando qualcuno che faceva il gradasso, dandosi aria da grand'uomo.
Lui scoppiò a ridere e si strofinò di nuovo il naso.
Chissà quel gesto da chi l'aveva ricopiato.
< Ah, la prossima volta che chiami i miei bambini "cocomeri" ti sequestro tutta la collezione di fumetti che custodisci gelosamente sotto il letto! > lo minacciai, cercando di assumere uno sguardo intimidatorio.
Seth arrossì, consapevole che la madre, quando mi aveva ospitato dopo l'imbarazzante fuga dall'altare, mi aveva spiattellato tutti i suoi vizi più vergognosi, come quello di lasciare accesa la luce in corridoio per colpa di una paura del buio mai del tutto passata.
Sprimacciai i cuscini troppo gonfi dietro le spalle e serrai la mascella per colpa della ferita che ancora pungeva un po'.
Forse l'effetto dell'antidolorifico stava svanendo.
< Perchè non hai informato nessuno, Bella? > mi domandò a bruciapelo.
Sputai fuori l'aria dai polmoni come fosse schifoso catrame liquido.
< Charlie avrà un infarto come mio padre quando lo scoprirà, lo sai, vero? > mi pungolò, sapendo benissimo che la tecnica dei sensi di colpa, con me, funzionava sempre alla perfezione.
Mi morsi l'interno della guancia, spostando lo sguardo dal suo viso indagatore, per puntarlo sulle spoglie pareti della stanza asettica in cui mi avevano portato subito dopo il parto.
< E'...complicato... > mugugnai, accartocciando le lenzuola ruvide tra le dita screpolate.
< Non volevi che lo sapesse Edward? > buttò lì Seth, cercando di indovinare cosa mi era passato per la mente durante la gravidanza.
< Non solo. > inclinai la testa da un lato, sospirando.
- Chiedimelo, Seth. Lo vedo che stai cercando di frenare coi denti quella domanda che hai sulla punta della lingua. Coraggio, dammi l'ennesimo colpo su quelle vertebre già percosse. -
Lui si grattò la nuca, teso.
Un gesto che conoscevo fin troppo bene.
Sapevo che, se avessi chiuso gli occhi, al volto del mio amico si sarebbe sovrapposto quello di Jacob. Avrei potuto disegnare nell'aria ogni singola ruga di apprensione che gli si formava sulla fronte quando si sfregava lì dietro, tanto conoscevo bene quel suo modo di fare.
< Non volevi che lo sapesse...Jake? >
Affondai le dita nel cotone spugnoso delle lenzuola, udendo lo scricchiolio delle mie ossa frantumate.
Annuii tremando.
< Bella, quale cavolo di ragionamento contorto hai fatto? Credevi che se l'avesse saputo ti avrebbe fatto abortire? Lui non sa nemmeno che non ti sei sposata! > proruppe Seth, alzandosi di colpo e rovesciando lo sgabello.
Sobbalzai.
- Colpita. Affondami, Seth. Mandami ad annegare nelle mie colpe, nel mio dolore. Tienimi la testa premuta in quella sostanza viscosa in cui si sono addensati tutti i miei errori. Mi entreranno prepotentemente nella trachea, fino ad uccidermi. Fallo, Seth. Strappami il cuore morto dal petto e consegnaglielo nelle mani. Tanto gli è sempre appartenuto.-
< Tu, piuttosto, come hai scoperto che ero incinta e che avevo addirittura partorito? > replicai, cercando di dirottare la conversazione su binari meno dolorosi, arrugginiti e taglienti.
Le mie mani recavano già abbastanza segni di conversazioni spinose, senza che ci aggiungessi pure quella.
Seth avvampò, passandosi una mano sudata in mezzo ai capelli corti, quasi a spazzola.
Sue, probabilmente, glieli aveva tagliati con le forbici della cucina, stufa di raccoglierne da terra tanti da poterci ricavare una parrucca.
Seth ne perdeva quasi più di Leah!
Aprì la bocca ma la voce che udii non era la sua: apparteneva ad una trafelata Ellie.
< Belle! Mi sono scordata di dirti che ho combinato un gua...Cazzo! >
La sua testa bionda scarmigliata comparve alle spalle di Seth, che si voltò verso di lei, frastornato.
La mia amica sembrava essere appena uscita dall'occhio di un tornado: i capelli erano una matassa informe e voluminosa, le guance arrossate -probabilmente si era fatta di corsa le scale, non avendo la pazienza di aspettare l'ascensore- e aveva le scarpe di vernice, firmate Jimmy Choo tacco quindici -ad occhio e croce- in mano.
Entrò nella stanza boccheggiando, passando lontana da Seth, come se avesse una malattia estremamente contagiosa.
Lui, invece, volse la testa per seguire ogni suo movimento, rapito o atterrito da chissà cosa.
Non riuscivo a capire cosa stesse pensando, perchè non mi mostrava i suoi occhi. Erano incatenati alla figura slanciata di Ellie che, nel frattempo, era arrivata dall'altro lato della mia brandina.
< Cosa hai combinato? > le domandai, rivolgendole la mia attenzione.
Dalla sue espressione terrorizzata non ricavavo grandi informazioni.
Per Ellie, il termine "guaio" comprendeva una grande varietà di eventi: da una macchia di gelato su un vestito di Prada ad un meteorite che entrava nell'orbita terrestre; da un'unghia spezzata ad un terremoto devastante a Miami.
< Ho...uhm... > prese il mio cellulare da dentro una scarpa e poi fissò stranita Seth < Chi è lo scimmione che mi fissa come fossi un succulento maialino arrosto? > chiese.
Maialino arrosto?
Incuriosita mi girai e per poco non sbottai a ridere in faccia ad entrambi.
Seth aveva uno sguardo da baccalà che non gli avevo visto mai addosso.
Un baccalà innamorato, per la precisione.
Scrutava il viso di Ellie, sondava ogni minima sua variazione di espressione, saggiava il colore delle sue iridi, dei suoi capelli e, più scorgeva, più i suoi occhi assumevano un'insolita forma a cuore.
Nelle orecchie udivo quasi il suono di miliardi di corde che venivano tranciate di netto con cesoie affilate.
Zac. Zac. Zac.
Al loro posto c'era, ora, un unico cavo d'acciaio che partiva dal polso di Ellie.
Era lei a inchiodarlo sulla Terra, adesso, non più la gravità.
Era l'ancora che impediva al palloncino-Seth di spiccare il volo.
Era il suo imprinting.
- Condoglianze, amico mio!-
< Lui è... > iniziai, ma Ellie mi interruppe, sgranando gli occhi da cerbiatta.
< Merda. Alto, ben piazzato, tatuato, pelle bronzea, capelli neri, occhi scuri... > mi sembrava di vedere i meccanismi del suo cervello girare impazziti, mentre metteva insieme le informazioni che aveva e giungeva, ovviamente, alla conclusione sbagliata < Merda! Tu sei Jacob! > lo additò, accusatoria, arretrando e sbattendo, così, contro il comodino d'alluminio.
< Eh? > Seth espresse tutto il suo acume in quell'unica sillaba.
Scoppiai a ridere, mentre la mia amica borbottava scuse confuse e imprecazioni smozzicate.
Mi porse il mio cellulare con la mano che tremava d'agitazione e gridò: < E' colpa mia, Belle! Ma perchè non l'ho spento, invece di rispondere d'istinto a quel Sed, Sith o come cavolo si chiamava? Mi dispiace, mi dispiace! E' che il "bip" dei messaggi mi stava spaccando le orecc... >
Ignorai i suoi strepiti e lessi gli sms di Seth e la risposta lapidaria di Ellie, avvertendo distintamente l'ennesimo colpo di spranga sulla colonna vertebrale.
Abbiamo trovato Jacob. Sam lo è andato a prendere.
Sputai sangue e mi piegai su me stessa, tappando con la mano la bocca della mia migliore amica.
< Lui è Seth Clearwater, Ellie. E' quello a cui hai scritto il messaggio. Non è Jake. > e lo stomacò si schiantò sui piedi, trascinandosi dietro il cuore.
Lei parve rilassarsi ma poi chinò la testa.
< Mi dispiace. Per un attimo ci avevo sperato che fosse venuto... Magari, credendo di fare uno sbaglio, avevo combinato invece qualcosa di giusto... > borbottò affranta, lasciandosi cadere sul materasso rigido accanto a me.
Seth non le scollò gli occhi di dosso.
La fissava come Lois Lane guardava Clark Kent nei fumetti di Superman, dopo il suo ennesimo salvataggio eroico; come Michelangelo scrutava il suo Mosè perfetto, gridando < Perchè mi guardi e non favelli? >; come Tarzan studiava Jane, scoprendo di non essere il solo della sua specie, nel film Disney.
Lei parve accorgersi di quelle occhiate insistenti e del fatto che lui non aveva mosso un solo muscolo da quando era entrata in stanza e così, poco gentilmente, lo apostrofò < Dì un po' tu: il gatto ti ha mangiato la lingua? >
Soffocai l'ennesima risata inopportuna.
Un gatto che mangia la lingua ad un lupo dovevo ancora vederlo.
< Ci pensi tu a parlare anche per me: al posto della bocca hai una pentola di fagioli in ebollizione! > replicò, stupendomi.
Forse l'influenza di Paul non era così male, se serviva a fargli tener testa ad Ellie.
Lei odiava gli zerbini accondiscendenti.
La mia amica aprì e chiuse la bocca allibita, domandandomi con un'occhiata dove cavolo lo avessi pescato un tipo simile.
Seth sorrise strafottente e incrociò le braccia al petto, solo per mostrarle i pettorali e gli avambracci scolpiti.
Esibizionista come Jacob. Ce l'avevano nel sangue, probabilmente.
La delusione cocente si riaffacciò nella mia testa.
Se Jake era venuto a conoscenza della mia gravidanza perchè non era corso qui?
Forse Sam non glielo aveva detto.
Forse gli era successo qualcosa...o forse non gliene era importato.
Presi un'immaginaria gomma e cancellai con vigore, dall'immagine mentale che mi circolava in testa in quel momento, le braccia di un'altra donna che lo stringevano.
Avevo la netta sensazione che quei mesi di separazione lui non li avesse passati a cacciare selvaggina e a correre nei boschi, ululando alla Luna.
La spranga d'acciaio spostò la mira: colpì l'addome con violenza inaudita, sfracellandomi il fegato e i reni.
Nessuno dei miei due amici, però, parve accorgersene.
Si lanciavano sguardi poco rassicuranti ed io mi trovavo nel bel mezzo di un fuoco incrociato: Ellie avrebbe voluto strozzarlo e, al contempo, farselo lì sul muro immacolato della mia stanza, mentre Seth ponderava il modo di addomesticarla e, allo stesso tempo, baciarla senza rimediarsi una ginocchiata tra le gambe.
< Cos'è tutta questa folla, qui? L'orario delle visite è finito da un pezzo, ragazzi! > l'infermiera, che aveva portato alla nursey i miei bambini, si riaffacciò in stanza, trascinandosi dietro un pesante carrello con un pasto poco invitante e sicuramente freddo.
< Signorina, ma quante volte la devo cacciare? Da dove è entrata? Dalla finestra? > domandò poi, trapassando con uno sguardo arcigno la mia migliore amica.
Seth sghignazzò e si chinò sul letto per stamparmi un bacio sulla fronte.
Chiusi gli occhi, immaginando per un solo istante che quelle labbra bollenti appartenessero ad un'altra persona, e mi lasciai cullare dal suo abbraccio confortante.
Ellie, infastidita da tutto quell'affetto nei miei confronti, -era alquanto possessiva e gelosa- si schiarì la gola e poi scansò in malo modo Seth, stritolandomi tra le braccia magre.
I braccialetti che portava tintinnarono sui cuscini.
L'infermiera sbuffò.
< Oh, che cavolo! Sia un po' comprensiva! Sono appena diventata zia! > si lamentò Ellie, aggiustandosi sommariamente i capelli e rinfilando le sue scarpe vertiginose.
< Sarà zia anche domani, durante l'orario delle visite! > replicò l'infermiera, quasi buttandoli fuori a calci.
Seth si voltò un'ultima volta e mi fece l'occhiolino.
Quando la porta azzurra della mia stanza si fu richiusa alle spalle di entrambi, lasciai cadere il telefono a terra, incurante dei cristalli liquidi del display che andavano in frantumi.
Lo schermo avrei potuto sempre sostituirlo, al contrario del mio scheletro e dei miei organi, spappolati nel mio addome.
- Jake, quanti anni mi daresti ora? - pensai, asciugandomi le lacrime col dorso della mano.
Scansai brusca il carrello delle vivande da vicino il letto e spensi la luce con uno scatto rabbioso.
Avevo bisogno di nutrirmi di nient'altro che vecchi e dolci ricordi di una vita semplice che non mi apparteneva più.
Nel buio della mia camera d'ospedale, tesi le braccia e strinsi l'inconsistente corpo di Jacob sul seno, illudendomi che non fosse frutto di un'allucinazione dovuta agli antidolorifici.

< Nat! Sei tu l'uomo, no? Porta qualche busta, invece di sbaciucchiarti la piccola Elizabeth! >
Ellie, dietro di noi, arrancava, trascinando con fatica le dodici buste che aveva preparato amorevolmente per me e i gemelli.
Molte delle cose che aveva portato mi erano tornate utili. Di altre, non avevo saputo proprio che farci, ma non avevo avuto il coraggio di dirglielo, così le avevo imbustate di nuovo e le avevo chiesto di portarle casa di mia madre, insieme al resto.
Cam, di fianco a me, la ignorò bellamente, facendo smorfie con il viso a mia figlia, che rideva, aggrappandosi alla sua collana con una croce capovolta.
Ephram, tra le mie braccia, invece, dormiva angelicamente con un pugnetto chiuso vicino il nasino piccolo e tondo.
< Oh, Sis, quanto scocci! Ti sei voluta sobbarcare di roba? Adesso te la porti pure, vero piccina? La zia è una fessacchiotta? > addolcì il tono e sollevò la bambina tra le braccia, facendole una pernacchia.
Sua sorella, alle nostre spalle, imprecò e sbuffò, buttando all'aria le ballerine bianche che portava -colpa delle vesciche, io lo sapevo bene- e arrivando imbufalita fino al portone della villetta di Renèe.
Incollò il dito al campanello e pestò i piedi scalzi sul portico, aspettando che le aprissero e che io e Nathan la raggiungessimo.
La piccola Ellie pigolò tra le sue braccia e lui sorrise, estasiato.
Da quando aveva visto i miei bambini aveva perso la testa: si era appiccicato e loro e li aveva riempiti entrambi di baci, programmando già un futuro da giocatore di football professionista per il mio cucciolo.
Per la gemella, invece, mi aveva consigliato di chiuderla in casa fino alla maggiore età, così nessun maschiaccio brutto e malintenzionato l'avrebbe potuta sfiorare.
Avevo sorriso e alzato gli occhi al soffitto, sospirando con fare teatrale.
Tutte le attenzioni e le premure dei miei amici, di mia madre e Phil mi avevano fatto sentire meno sola...ma c'era sempre qualcuno che mancava all'appello.
Qualcuno la cui assenza era più incisiva della presenza di tutti gli altri.
Qualcuno che avrebbe dovuto esserci più di chiunque e tuttavia era assente.
Era come vedere un posto vuota accanto a me, in una fotografia sbiadita di famiglia.
Un posto destinato a non essere mai riempito.
Mi grattai il naso che prudeva, minacciando l'imminente arrivo di lacrime, ma mi trattenni e seguii Ellie in casa con Nathan al seguito.
< Le tutine che i gemelli hanno usato in questi tre giorni d'ospedale te le metto su in camera, poi decidi tu... > la mia amica tacque d'improvviso, accorgendosi della presenza di una persona inaspettata.
Si dirigeva verso di noi a passo di carica dalla cucina e ad ogni suo passo corrispondeva un mio respiro perso.
< Togli di dosso le mani da mia figlia! > ringhiò quella che non era altro che un'ombra tremolante e sfocata ai miei occhi.
Il cuore tremò nel mio petto.
Rimbalzò e risalì la gola, arrivando sulle labbra.
Crollai ginocchioni a terra con Ephram tra le braccia, singhiozzando.
< Jake... > mormorai, abbracciando con lo sguardo il suo viso trasfigurato dall'odio che marciava minaccioso verso Nat.

5 commenti:

Ellie ha detto...

Allora. Tu lo sai che io quando finisco di leggere i tuoi capitoli ho problemi a livello encefalico/comunicativo, quindi ho preferito attendere quest'ora malsana e un po' di tranquillità per lasciarti il mio commento.
L'imprinting di Seth nei confronti di Ellie è stato esattamente come lo immaginavo: comico! Mi ha fatto sorridere un sacco immaginare Seth con la faccia da baccalà, e ho adorato il suo pronto tener testa ad Ellie. Li vedo un sacco bene insieme!
Per il resto, io credo che le ultime righe di questo capitolo valgano più di qualsiasi altra, quando ho realizzato chi era la figura sfocata che vedeva Bella dietro ai suoi occhi velati mi è venuto anche a me il cuore in gola.
Cos'altro dirti che non ti abbia già detto?
Amo il tuo modo di scrivere, amo le tue descrizioni, amo il modo in cui hai reagisci con forza e determinazione alle difficoltà.
Questa storia mi è entrata nel cuore: stai buttando nero su bianco tutto quello che avrei voluto accadesse a Jake e Bells dal primo momento in cui ho letto di loro due.
OVVIAMENTE non dormirò la notte fino a giovedì prossimo. (ahahah!)

Smuack :*

Unknown ha detto...

oddio ma sei cattivissima....non puoi assolutamente lasciarci così..... è tornato il mio amore come sono felice <3 ed è tornato con una frase effetto fantastica "togli di dosso le mani da MIA figlia"ed è già geloso e possessivo della sua bimba <3 che bellooooo <3 non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo tesoro un abbraccio e complimenti <3

Teresa ha detto...

Letto tutto d'un fiato e poi il fiato mi è mancato alla fine quando arriva LUI!!!!!
Non li ha ancora nemmeno visti i suoi cuccioli e già ringhia...lo amo!!!!
Nel frattempo l'imprinting tra Seth e Ellie <3
Questo capitolo sembra un nuovo inizio per tutti..speriamo che le cose non vadano troppo male per Bella, che Jacob non la massacri troppo per avergli nascosto la verità.....
Una bella cazziata la merita di certo ma è comprensibile anche il suo modo di comportarsi...
Impazienza a palla per il prossimo capitolo!!!!
Un abbraccio fortissimo cucciola <3

silvia ha detto...

maaaaa... aaaaa
amo come scriviii... io rimango in apnea fino alla fineeee.... sei coinvolgete.. e la fineee.. finalmenteeeeeee Jake è arrivato...

parto dall'inizio.. intanto.. nel capitolo precedente mi è uns acco piaciuto l'arrivo di SAm e Embry.. quanto mancavano i suoi fratelli a Jake.. quanto sentiva la nostalgia la mancanza della sua famiglia... e quando Annie.. è riuscita a lasciarlo andare.. una signora.. sapeva fin dall'inizio che non sarebbe stato facile l'addio..ma sapeva che ci sarebbe stato un addio.. quando poi gli hannod etto che Bella stava per partorire.. non cè stato più nulla che lo teneva li.. e Seth.. ed Ellie.. e l'imprinting??!!!! haha
secondo me ne combinano di cotte e di crude loro due.. lei è tremenda.. (nel senso buono) e sicuramente lui non si fa mettere i piedi in testa.. e infine.. tutti attorno a Bella e ai suoi marmocchi.. che bello..
e Jake.. finalmente Jake.. è arrivato

Nalu ha detto...

Seth è tornato! Non so se lo sai, ma io l'adoro!!! è una sorta di "piccolo" Jake e mi è sempre stato simpatico. E adesso c'è anche l'imprinting con Ellie: cioè, è perfetto! Ho sempre desiderato vedere Seth con una ragazza che lo meritava e, anche se le cose con Ellie non si sono ancora evolute, so che saranno una coppia perfetta! Forse avrei preferito che si innamorassero naturalmente (scusa, ma sono reduce dalla delusione causatomi da BD, riguardo l'imprinting di Jake con Nessie, che non mi è mai andato giù). Ma comunque sono contenta per loro: sarà esilarante vederli insieme!
Lo sapevo che Cam era un tenerone, in fondo in fondo: alla vista dei bimbi si è sciolto.
E adesso veniamo alle ultime righe: ci siamo, quindi. Jake è tornato. E finalmente si sono rivisti!! Mammamia! Non vedo l'ora di scoprire come procederanno le cose!
Per questo mi fiondo a leggere l'altro capitolo!
Comunque, capitolo bellissimo!
Baci, Nalu :D

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